Safari
Kenya e Tanzania
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Parchi Tanzania
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.: Lago Manyara - Lago Natron - Serengeti
:.
3° giorno
- Lago Manyara
- Lago Natron
- Serengeti
Lunghezza totale
percorso: 283 km
Tempo totale
di spostamento: 7 ore
Dopo due giorni di relativo riposo sulle rive del Lago
Manyara ,
arriva il momento della verità. Oggi c'è
una lunga tappa di trasferimento, fuori dai soliti percorsi
conosciuti, da percorrere interamente su piste sterrate
in direzione nord. Attraversiamo la cittadina di Mto
va Mbu ed al primo bivio fuori città, abbandoniamo
la B144 con una decisa svolta a sinistra. Da qui in poi...
navigheremo a vista. Polvere e buche su sentieri che sarebbe
meglio percorrere a piedi, col primo nome scritto a mano
su un foglio sgualcito: Selela.
Non che sia una meta, ma soltanto un punto di riferimento
lungo questa via fuori dal tempo... ed anche dalle mappe
topografiche. Eppure dal satellite parevano perfettamente
praticabili nella loro lunga scia chiara che attraversa
la savana; in realtà la situazione non è
così disastrosa ma è comunque da prendere
con calma, sperando di non incorrere in un guasto della
jeep.
Passiamo in prossimità di Engaruka ed il
viaggio prosegue lento e tortuoso, in attesa di scorgere
qualcosa di davvero incredibile. Eccolo... mi riempie
i sensi di malcelata emozione e s'insinua nell'anima come
un violento colpo di pugnale. Il suo nome in lingua Masai
significa "la montagna di Dio". E in effetti
in cima all'Ol Doinyo Lengai ,
un vulcano di 2.962 metri, accadono cose davvero "dell'altro
mondo".
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Da questa montagna infatti, sgorga una lava dalla
composizione chimica unica tra i vulcani conosciuti,
ricca di carbonato di sodio, anziché di silicati,
e decisamente più fredda (500-600 gradi, contro
gli 800-1200 delle altre comuni emissioni laviche).
A causa della bassa temperatura, di giorno lo strano
fluido appare come un fiume nero, non rosso incandescente,
e solidificandosi dà origine a curiose formazioni
rocciose. Lo spettacolo dell'Ol Doinyo Lengai
in piena attività è un evento che non
si può certo dimenticare. Appare proprio come
l'immagine che ognuno di noi ha di un vulcano, ma in
questo caso, il cono scuro presenta una sommità
bianca di soda, con la punta tagliata da cui fuoriescono
fumo, vapore e lava nera. Le sue ceneri vengono spinte
dal vento per chilometri fino nel Serengeti
e sono proprio queste ceneri a rendere così fertili
i suoi pascoli. Una breve pausa, giusto il tempo per
qualche fotografia in un paesaggio che appare irreale,
ma la strada di oggi è ancora lunga e non possiamo
rischiare di essere colti dall'oscurità questa
sera.
Poco più avanti, una sosta più lunga
possiamo permettercela sulle rive del Lago Natron
,
altra stranezza di questa Terra d'Africa che non smette
mai di stupirmi. 56 km di lunghezza e 24 km di larghezza,
occupa una larga depressione creata dallo sprofondamento
della litosfera terrestre ed è alimentato da
sorgenti sotterranee altamente alcaline che filtrano
da Ol Doinyo Lengai .
Il Lago Natron
si trova proprio a ridosso della spaccatura della Rift
Valley, da cui scendono i torrenti che si devono
attraversare per raggiungerlo. A Marzo e fino alla prima
metà di Maggio, le precipitazioni sugli altipiani
di Nogorongoro e di Loliondo ingrossano i torrenti,
rendendo difficile e a volte impossibile il guado. La
superfice di questo specchio d'acqua, a causa dei cianobatteri,
presenta colorazioni alquanto pittoresche, con tonalità
cromatiche che arrivano sino al colore rosso vermiglio.
In compagnia di una guida Masai, abbandoniamo la jeep
nell'ultimo tratto percorribile e continuiamo a piedi
nel fango nero, fino a raggiungere i fenicotteri rosa
che popolano le rive.
Quando chiedo fino a che punto si può camminare,
mi rendo conto di quanto sia stupida la mia domanda,
guardando la mia guida che, avanti di pochi passi, sprofonda
fino alle caviglie. E' da queste rive che gli antichi
egizi ricavavano i sali usati per la mummificazione
dei corpi. Qualche fotografia di rito, ma oggi il tempo
è tiranno. Ritorno alla Jeep cercando di non
perdere l'equilibrio su questa superfice viscida e istabile.
Da qui, puntanto a ovest, non c'è modo di raggiungere
direttamente le distese del Serengeti ,
ma bisogna risalire il continente ancora verso nord,
seguendo l'unica pista percorribile che porta verso
il confine col Kenya .
Servono oltre tre ore di percorso e un passo a 2100
metri di quota per uscire dalla Rift Valley e
sfociare nella pianura. Mtowabaga, Hemah,
Loliondo, Wasso... dei luoghi che oltrepassiamo,
resta solo il nome, e mi stupisco che il mio navigatore
individui la pista corretta per arrivare la meta. E'
ormai l'imbrunire quando raggiungiamo, sotto la pioggia
battente, l'agognato campo che ci ospiterà per
la notte: il fantomatico Buffalo Luxury Camp
.
Abel Wakaam
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Campi e Lodges
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