La
presenza dell'uomo nell'area del Serengeti fin da
tempi antichissimi è testimoniata da ritrovamenti
paleontologici di straordinaria importanza; il celebre
sito di Olduvai, dove sono stati trovati i resti dell'Australopithecus
boisei,un ominide risalente a circa 1,5 milioni di
anni fa e' una tappa da non perdere durante il vostro
itinerario di viaggio. Prima dell'arrivo degli Europei,
la pianura del Serengeti era abitata principalmente
dalle popolazioni locali Masai, allevatori e semi-nomadi.
Negli ultimi anni dell'amministrazione coloniale Tedesca
la regione divenne un'area protetta e un primo nucleo
dell'odierno Serengeti, di circa 2.286 kmq, fu dichiarato
riserva di caccia nel 1929. L'amministrazione Inglese,
subentrata con la nascita dello Stato del Tanganika,
istituì il Parco Nazionale nel 1951, affidandone
la gestione al naturalista Bernhard Grzimek, divenuto
celebre come uno dei precursori dell'approccio moderno
alla conservazione dell'ambiente. Parte dell'opera
di Grzimek nel Serengeti è documentata dal
suo saggio Il Serengeti non deve morire
e dal documentario omonimo (vincitore del premio Oscar),
realizzati dallo stesso Grzimek insieme al figlio
Michael. Un altro testo sui primi anni del Serengeti
è My Serengeti Years, scritto da
Myles Turner, che fu uno dei primi guardiani del Parco
e a cui si attribuisce il merito di aver svolto un
lavoro fondamentale nella lotta contro il bracconaggio.
Il Parco comprendeva inizialmente anche il cratere
di Ngorongoro, che divenne successivamente area protetta
indipendente nel 1956.L'istituzione del Parco fu accompagnata
dalla rilocazione delle popolazioni locali al di fuori
dei confine del Parco Nazionale e la natura in qualche
modo coercitiva di questa operazione ha suscitato
in certi casi delle importanti controversie.
Dopo il raggiungimento dell'indipendenza da parte
della Tanzania, l'amministrazione del Parco è
stata affidata a TANAPA (Tanzanian National Parks).
Nel 1981, l'UNESCO ha dichiarato il Parco Patrimonio
dell'umanità per la sua ricchissima biodiversità.
Il Parco ha un'estensione complessiva di 14.763 kmq.Il
suo confine settentrionale coincide con quello fra
Tanzania e Kenya e lo divide dalla Riserva del Masai
Mara in Kenya. Fra i due Parchi non esistono recinzioni
e gli animali si spostano liberamente passando dall'uno
all'altro; famose sono le grandi migrazioni stagionali
di gnu e di zebre. Il Parco confina a sud-est con
la Riserva del Ngorongoro, a sud-ovest con la Riserva
Naturale di Maswa, a ovest con le riserve di Ikorongo
e Grumeti e a nord con quella di Lalianda. Il clima
tropicale di questa zona è caratterizzato da
due periodi di piogge stagionali: le "grandi
piogge" da Aprile a Giugno e le "piccole
piogge" da Ottobre a Dicembre. La parte meridionale
del Parco si contraddistingue per le sue vaste praterie
aride, interrotte da collinette di roccia metamorfica
spesso circondate da cespugli e alberi, e note localmente
come kopjes. Queste piccole formazioni rocciose sono
affiorate in seguito all'erosione del terreno circostante
da parte degli agenti atmosferici. Procedendo verso
nord il paesaggio cambia: la maggiore piovosità,
che alimenta anche qualche corso d'acqua permanente,
favorisce la crescita di foreste a galleria e la formazione
di zone di savana alberata (caratterizzata da boschetti
di acacia) e di savana di boscaglia spinosa.
L'erba del Parco appartiene soprattutto alle specie
Digitaria macroblephara e Sporobolus marginatus. Gli
alberi più diffusi sono quelli del genere Commiphora
e diverse specie di Acacia (Acacia Drepanolobium,
Acacia Gerrardii, Acacia Lehay, Acacia Seyal e Acacia
Tortilis). Il Parco Nazionale del Serengeti è
rinomato soprattutto per la sua eccezionale ricchezza
e concentrazione di mammiferi e di fauna ornitica
che ne fa uno dei biomi più rappresentativi
dell'ecosistema della savana subsahariana e una delle
maggiori attrazioni turistiche dell'Africa Orientale.
Vi si trovano tutti i cosiddetti "big five":
elefante, leone, leopardo, rinoceronte e bufalo. Le
mandrie di ungulati (soprattutto zebre e gnu) in questa
regione raggiungono numeri eccezionali e danno luogo
a spettacolari migrazioni stagionali fra le praterie
del Sud e il Masai Mara attraversando il Serengeti
Centrale e quello Nord-Occidentale. Smuovendo il terreno
con gli zoccoli e con le loro feci queste grandi mandrie
di erbivori contribuiscono in modo sostanziale al
rinnovamento annuale del manto erboso del Parco con
l'avvicendarsi delle stagioni (secca e delle piogge).
I migliori lodges di riferimento in quest'area sono:
Serengeti Serena Lodge
e Serengeti Sopa Lodge