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.: Masai Mara - Mara North Conservancy :.

Partenza: Fig Tree Camp destinazione Elephant Pepper Camp - 77 km
Lunghezza totale percorso: 237 km
Tempo totale di spostamento: 3 ore

La tappa odierna di trasferimento avviene lungo il percorso di migrazione degli gnù e ci porta a ridosso del Mara River, ostacolo naturale agli spostamenti degli erbivori dal Masai Mara al Serengeti Masai Mara. Il fiume, per via delle sue sponde molto alte, è guadabile solo in alcuni punti dove il terreno è degradante e qui si ammassa una grande quantità di erbivosi in attesa del momento più opportuno per continuare la migrazione. Per lo stesso motivo, coccodrilli e leoni attendono con pazienza questo momento.

La nostra destinazione però è la Mara Nord Conservancy , un'area selvaggia privata di oltre 30.000 ettari gestita da una società no-profit istituita nel gennaio 2009. Si tratta di una partnership tra undici campi e oltre 800 proprietari terrieri Masai. L'obiettivo era quello di creare un'area protetta per la conservazione del confine nord occidentale dell'ecosistema Masai Mara , che rappresenta il cuore del più importante habitat della fauna selvatica del mondo. E' la zona di dispersione chiave per la grande migrazione annuale degli erbivori e supporta una vasta varietà di specie, come leoni, ghepardi, leopardi, bufali, iene, elefanti, coccodrilli, giraffe, ippopotamo, e oltre 450 specie di uccelli.

Per formare l'area di conservazione, la società del Mara Nord Conservancy ha affittato terreni dai singoli proprietari terrieri Masai, fornendo loro un reddito fisso, indipendente dal numero dei visitatori. Per la prima volta le popolazioni locali hanno ricevuto un guadagno diretto proveniente dall'uso turistico delle loro terre, permettendo ai membri della comunità di pianificare il loro futuro. Inoltre, insieme a loro, si stanno attuando politiche di gestione del territorio, il pascolo gestito, un basso volume di turismo ecologico e piani di comunità territoriale.

I campi che aderiscono all'organizzazione del Mara Nord Conservancy sono: Elephant Pepper Camp, Kicheche Camp, Offbeat Mara Camp, Rekero Case, Safari Unlimited, Serian Camp, Karen Blixen Camp, Mara Plains Camp , Offbeat Safaris, Royal Mara Safari Camp, Saruni Camp.

A differenza del Masai Mara , dove è prioritaria una grande distesa pianeggiante resa fertile dalle antiche eruzioni vulcaniche e l'erba alta della savana nutre un'enorme quantità di erbivori, questa area più a nord è costituita da un terreno più vario, con fitta vegetazione e zone collinose. Sicuramente meno dispersiva, offre al visitatore una molteplicità di ambienti e una maggior concentrazione di animali.

La sistemazione avviene nel mitico Elephant Pepper Camp .

Il campo è qualcosa di unico e l'atmosfera che si respira è primordiale. Piccolo ed esclusivo, si affaccia con le sue nove tende direttamente sulla savana. Non c'è confine, non c'è distanza da colmare e subito ci si sente parte di questo mondo selvaggio che ci attornia.

Guardandosi intorno ci si rende conto che il tempo si è fermato. Il cuore del campo è formato da due grandi tende, sistemate in posizione centrale. La prima serve come sala da pranzo e la seconda ha la funzione di area relax. Ed anche qui non ci sono pareti, non ci sono barriere che ci dividano dalla vita che pulsa in ogni cespuglio.

Ma è durante la notte che si capisce quanto sia selvaggia l'Africa che ci circonda. Ed allora mi appare normale che sia proprio il ruggito del leone a mettere silenzio tra i mille rumori che popolano le tenebre. Non è lontano, chissà dove, a una dozzina di metri di distanza e lo percepisco addosso con quel suo urlo cupo e minaccioso che riporta il silenzio tutto intorno.

La mattina seguente incontro l'intero branco che si rotola nell'erba. I segni del lauto pasto notturno sono ancora ben visibili sul muso e sul petto, eppure nel vederli così, madri e cuccioli che si coccolano amorevolmente, non riesco a percepire l'aggressività di cui sono capaci.

Ne conto ventotto, di tutte le età, e mi si riempie il cuore nel trovarmi faccia a faccia a pochi passi, seduto su una jeep senza portiere, senza alcuna protezione. Non siamo nemici, non lo siamo mai stati, e se un conto dev'essere davvero fatto, il colpevole di tante stragi è l'uomo e non questi meravigliosi predatori.

Girovagare due giorni nel Mara Nord Conservancy è quanto di meglio si possa fare per conoscere l'Africa così com'era, ma la mattina del terzo giorno mi aspetta qualcosa che ho sempre sognato. L'autista del Little Governors' Camp è arrivato qui al campo sin dalla sera precedente per farmi firmare la liberatoria. Lo incontro di nuovo accanto al fuoco prima che arrivi l'alba. Il cielo è limpido e le stelle risplendono a milioni. La croce del sud è adagiata lungo l'orizzonte... è una mattina ideale per volare lungo il Mara River.

Partiamo in jeep tra le tenebre e percorriamo sentieri appena accennati, incrociando gli ippopotami che, dopo aver brucato tutta la notte, ritornano verso il fiume. Serve quasi un'ora per raggiungere il Little Governors' Camp orientandosi tra i cespugli, e quel che mi aspetta lo trovo lì, adagiato nella radura.

Un breve colloquio col Capitano e già i suoi numerosi uomini in tuta rossa si mettono al lavoro. Le mongolfiere sono due, sembrano addormentate sull'erba, ma i grossi ventilatori prima e i bruciatori poi, le risvegliano dal loro torpore. Le gonfiano d'aria calda in pochi minuti e l'ordine di salire a bordo avviene appena i grossi cesti di vimini vengono sollevati in posizione orizzontale.

Sedici posti oltre al Capitano, io ho la fortuna di occuparne due per potermi muovere e fotografare più liberamente. Prima ancora di crederci, la mongolfiera si stacca da terra e si libra nell'aria. L'altra la segue dopo qualche istante, mi guardo intorno e capisco che sto volando davvero sul Masai Mara .

E' un volo lento a bassa quota, a volte si sfiorano le cime degli alberi mentre il sole decide finalmente di solcare la linea dell'orizzonte. La savana s'illumina di luce rosata e si anima di nuova vita... il fiume scorre sotto di me ed il cuore si riempie d'immenso Video.

Il silenzio dell'alba africana è rotto saltuariamente dal fragore dei bruciatori che spingono aria calda nel pallone, la luce vince ancora una volta l'eterna battaglia con la notte... e l'incanto si compie sotto i miei occhi.

Atterriamo in una radura dopo 13 km di volo. Una decina di jeep accorre verso di noi da ogni direzione. In pochi istanti approntano un campo di fortuna. Si brinda con un calice di Champagne e ci si accomoda tutti insieme attorno ad una lunga tavolata per un'abbondante colazione nella savana.

Ecco... è in questo momento che mi accorgo di come il mio viaggio sia giunto al termine. Certo, manca ancora la tappa di trasferimento verso Nairobi, attraversando il Mara Triangle, e poi c'è la visita a Daphne Sheldrick ed al suo centro di aiuto per gli elefantini orfani, ma la mia anima è rimasta appesa al cielo e continua a guardare l'orizzonte dall'alto.

 

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Abel Wakaam

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