L'habitat più rappresentato è quello
della prateria africana o savana, punteggiata dalle
tipiche acacie nella zona sudorientale. La maggior parte
della fauna è concentrata sul bordo occidentale,
dove la pianura paludosa è ricca d'acqua e meno
frequentata dai turisti, che si concentrano nella zona
orientale, a circa 224 chilometri da Nairobi.
La riserva, istituita nel 1961, non è protetta
come parco nazionale ma come riserva faunistica (game
reserve); di conseguenza non viene amministrata dal
Kenya Wildlife Service (l'istituzione governativa di
protezione dell'ambiente) ma dalle autorità distrettuali
locali. I biglietti d'ingresso costituiscono un'importante
fonte di reddito per il Kenya.
Il primo impatto col Masai Mara
è quello di un'immensa radura dove milioni di
erbivori si nutrono su questo terreno reso fertile dalle
ceneri di antichi vulcani. E dove ci sono così
tante prede non possono mancare i predatori, tra cui
i numerosi branchi di leoni che rapprresentano il simbolo
di questo parco. Pu apparendo come una grande pianura,
il Masai Mara
in effetti è un altopiano che si estende tra
i 1.600 e i 1.700 metri di altitudine.
A differenza degli altri parchi, qui non ci sono percorsi
obbligati da seguire, le piste si incrociano nell'erba
alta e ci ritrova spesso a guidare tra i fitti cespugli
della savana. Bisogna inoltre mantenere una certa velocità
di crociera per meglio fluttuare sulle zolle.
Sfatiamo subito un mito, al di là del nome,
non è un ambiente che mi faccia particolarmente
impazzire, forse perché amo di più gli
ambienti montuosi... o almeno con una certa varietà
di contorni. Ritrovarmi in mezzo ad una grande "pianura
padana" seppur erbosa e piena di animali mi lascia
un po' confuso.
L'arrivo al Fig Tree Camp
avviene verso le ore 14.00 ,
sistemazione in tenda ed un rapido pranzo. Dopo un tour
fotografico del campo, situato nell'ansa del fiume Talek,
ci si rimette in jeep per continuare il safari fotografico
nel fino al tramonto. Individuato un gruppo di leoni,
la natura ci riserva un bel temporale improvviso, ma
tutti i mali non vengono per nuocere perché riesco
ad immortalare questi stupendi predatori sotto la pioggia
battente. Nell'attesa che torni il sole, riesco a cogliere
il momento in cui scuotono il capo per liberarsi dall'acqua
piovana.
Anche per oggi e nonostante la luce poco propizia,
ho la soddisfazione di aver combinato qualcosa di buono.
Cena e pernottamento al Fig Tree Camp
Abel Wakaam